Presso il M.A.C. di Milano – dal 14 al 17 Febbraio – Massimiliano Alioto presenta il suo nuovo progetto Asfissia. Solo tre giorni a disposizione dei visitatori “per risolvere” l’enigma di un amore impossibile.
Tutto nasce dall’omonimo quadro di Angelo Morbelli, pittore di fine Ottocento, che a sua volta si ispirò alla poesia La morte degli amanti di Charles Baudelaire e a un fatto di cronaca nera relativo alla morte di due amanti per asfissia in un albergo di Milano.
Dalla parte del quadro, rimasta a Milano, Alioto fa partire il suo progetto elaborando centinaia di volte l’elemento simbolico: i fiori recisi, metafora della precarietà della vita, fino a farli quasi sfumare traslando la metafora della vita all’immagine stessa, che nell’era odierna, con l’avvento della tecnologia, rende sempre meno distinta la riproduzione dalla realtà.
Accanto ad una cinquantina di quadri che raffigurano il tema dei fiori, troviamo una serie di disegni, omaggio alla tradizione pittorica italiana prima delle avanguardie, che rappresentano i ritratti di scrittori e pittori che hanno inciso sulla collettività tra l’Ottocento ed il Novecento.
Alioto ha dichiarato: “Asfissia nasce da un desiderio, quello di dare visibilità all’omonimo dipinto di Angelo Morbelli, che a 133 anni dalla sua realizzazione non è ancora stato capito e conosciuto come meritava. Il quadro, documento dell’ultima cena di due amanti prima di una morte oscura, fu stroncato proprio per la sua caratteristica più originale e moderna. L’aver messo in penombra i corpi esanimi dei protagonisti per puntare l’attenzione, con linguaggio cinematografico ante litteram, su una serie di indizi: il luogo del delitto, la tavola rimasta imbandita, un revolver e una lettera ancora da scrivere, i fiori che invadono la stanza a partire da una valigia semiaperta.Le critiche furono talmente pesanti da far sì che Morbelli tagliasse il dipinto in due parti, inviando a Londra per la mostra The Italian Exhibition del 1888 solo quella che raffigura i due amanti. Il mio lavoro rappresenta invece lo sviluppo dell’altra porzione del quadro, che può essere considerata un capolavoro a sé stante per la sua capacità di drammatizzare la storia. Ho ripreso perciò gli elementi simbolici più potenti: la tavola apparecchiata e i fiori, caduchi come ogni amore”.
Veramente molto interessante.
Leggendo le prime parole del tuo articolo mi è venuta in mente la canzone di Edith Piaf “Les amants d’un jour”.
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