La loro storia inizia nel periodo Edo, quando le donne giapponesi abbandonarono l’acconciatura con i capelli lunghi e sciolti (Teragami) per l’acconciatura con i capelli raccolti (Nihongami).
I kanzashi sono appunto degli ornamenti molto particolari utilizzati per le acconciature tradizionali giapponesi.
Ancora oggi vengono indossati con i kimoni o nei matrimoni, ma anche da giovani donne che indossano eleganti abiti occidentali.
Se ne trovano di molti tipi e di svariati materiali, come: legno, seta, argento, tartaruga; vi è solo l’imbarazzo della scelta.
Kogai
Asticelle decorate, a volte vendute abbinate ad un pettine e realizzate in guscio di tartaruga, metallo o ceramica.
Bira bira
Ornamenti in metallo ai quali vengono appese strisce di metallo o di seta con l’aggiunta, molte volte, di campanellini. Il movimento della testa innesca un leggero tintinnio.
Kanoko dome
Ornamenti molto elaborati, generalmente di forma rotonda o di farfalla o di fiore, realizzati in stoffa con l’aggiunta di materiali preziosi quali oro, argento, corallo, ecc.
Tama
Sfere colorate montate su di uno spillone. La curiosità sta nei colori della sfera, infatti: da maggio ad ottobre solitamente la sfera è rossa, da giugno a settembre è verde, anche se oggi le donne vanno in deroga a questo e si trovano Tama con diverse decorazioni.
Kushi
A forma di pettine dalla particolare forma arrotondata, finemente decorati e realizzati in legno laccato o guscio di tartaruga.
Tsumami
Ornamenti realizzati in stoffa con una particolare tecnica cugina degli origami. Veramente particolari e preziosi, pensate un fiore riprodotto può avere da 5 a 75 petali.
Una curiosità che riguarda i kanzashi è che le donne giapponesi li scelgono e li abbinano a seconda dei mesi o degli eventi ai quali partecipano. Per esempio a gennaio i temi più popolari sono i suzume = passeri, a febbraio le kusudama = sfere di fiori, a marzo i momo (fiori di pesco) o le botan = peonie, ad aprile i miei adorati sakura = fiori di pesco, a maggio i fuji = glicine, a giugno lo yanagi = salice verde, a luglio, il mese del Gion Matsuri, gli uchiwa = ventagli tondi, ad agosto le asagao = ipomea, a settembre le kikyo = campanule giapponesi, ad ottobre il kiku = crisantemo, a novembre il fuuyon = foglie d’acero e per finire, a dicembre, i mochibana = rametti decorati con mochi e se si partecipa ad una rappresentazione al teatro Minamiza si provvederà ad inserire due targhette per farsi fare l’autografo dai due attori di Kabuki preferiti.
Una cosa è certa, se avete la fortuna di passare dal Giappone, non tornate se non con uno di questi ornamenti veramente particolari.
Bellissimi!
Un inno alla femminilità.
Sempre grazie per queste informazioni così dettagliate e interessanti.
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Mi hanno letteralmente coinvolto.
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