Presentata nell’autunno del 1912 alla seconda mostra del Modern Kunst Kring, Melo in Fiore documenta l’abbandono della funzione descrittiva della pittura in favore di una visione poetica e ispiratrice, nella quale le forme perdono ogni valore trasformandosi in accenti, che ai giorni nostri potremmo quasi definire “texture”, i quali vanno a rincorrersi sulla superficie del quadro. Il colore si riduce a forma e ogni forma da vita alla composizione. Ognuna di esse, cerca di svolgere il compito di primeggiare sulle altre. Potremmo definirle forme… Linee che si intrecciano e si rincorrono, ma se ci soffermiamo più attentamente sui dettagli, si evince che tutto mira al centro della tela. I colori selezionati sono pochi (com’è tradizione cubista). Spaziano tra il grigio, il rosa, il verde e ocra; colori dagli accenti decisamente intimi. Un piccolo accenno all’astrattismo pur sempre mantenendo l’armonia e la delicatezza tipica di Mondrian che conserva un legame saldo con la natura e traduce le sue suggestioni con un linguaggio fortemente lirico.
