Antonio de Curtis, in arte Totò, soleva dire che nessuno si sarebbe ricordato di lui, non è stato così, per fortuna, e a cinquant’anni dalla sua scomparsa, i mondi, l’arte, gli amori, le passioni, dell’artista e della dimensione più privata del Principe De Curtis danno vita a ‘Totò genio’.
Roma, presso il Museo di Roma in Trastevere, accoglie da oggi, e sarà fruibile sino al 18 Febbraio p.v., questa mostra che porta la cura di Alessandro Nicosia e Vincenzo Mollica.
Centinaia e centinaia di documenti, cimeli, lettere, libri, disegni e ritratti, manifesti dei suoi film, caroselli e pubblicità, costumi, installazioni, video, testimonianze e fotografie, che raccontano le due anime di Totò: quella dell’artista, nel suo percorso dall’avanspettacolo al teatro, al cinema, ma anche nella poesia, con capolavori come “A livella”, che qui si può ascoltare recitata da lui e nella musica, con le sue canzoni interpretate anche da altri artisti. L’altra anima è quella del principe de Curtis, che era molto solitario e schivo, a volte triste. Di lui, la mostra racconta gli amori, come quello per Franca Faldini, ma anche quello per gli animali, e per la sua città Napoli; le sue passioni, con il chiodo fisso dell’araldica, ma anche la generosità.
Vincenzo Mollica ha dichiarato: “Questo Paese ha massacrato molti dei suoi artisti ed è successo anche a Totò, che è stato a lungo snobbato dalla cultura ufficiale. Abbiamo intitolato la mostra ‘Totò genio’ perché era eclettico e straordinario in tutto quello che combinava, metteva sempre tanto di vissuto”.
In mostra i manifesti e fotobuste che raccontano il suo rapporto con il cinema, che lo ha visto protagonista di 97 film; costumi di scena e filmati d’epoca mostrano il suo percorso in teatro e la sua “pagina” pubblicitaria – ricordiamo che alcuni prodotti, come la Lambretta e la Perugina, usarono il suo volto per le campagne pubblicitarie.
Un progetto espositivo mirato a ricordare ed a sottolineare la grandezza di questo grande uomo, un vero e proprio genio immortale, che ha lasciato tracce colte che sono piacevoli da percorrere e custodiscono sorprese simili a quelle di un mago che ha giocato la sua vita gomito a gomito con l’arte dello stupore.
non che ce ne fosse bisogno ma Totò è, è stato, suo malgrado, la pietra di paragone che attesta l’incompetenza e/o la malafede dei critici Italiani
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Infatti
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