Con trionfo “L’Opera dei Pupi” è salita al colle ed ha varcato il portone del Quirinale insieme a Mimmo Cuticchio, un settantenne palermitano, orgoglioso, che non si è mai arreso, neppure di fronte alla grande crisi degli anni Ottanta, che ha portato alla chiusura di quasi tutti i teatri siciliani.
Racconta Cuticchio: “Ho portato l’Opera dei Pupi in tutto il mondo in Australia come negli Usa e in tutta Europa, ma qui l’emozione è grandissima. Mio padre fu fatto cavaliere, io però sono un paladino, orgoglioso di entrare nella casa del presidente degli italiani”.
L’opera dei pupi, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio orale e immateriale dell’umanità, rischia però di andare dispersa e questo è l’unico cruccio per Mimmo Cuticchio che esorta: “La Sicilia merita di poter conservare un’arte e un mestiere come il mio”.
Solo due le famiglie che ancora resistono: i Cuticchio a Palermo ed i Napoli a Catania, un vero peccato!!! Ecco perchè Cuticchio insiste rivolgendosi alla Regione Sicilia: “Sarebbe necessaria una sala adatta agli spettacoli per la grande scena. Noi siamo pieni di ragazzi, studenti, turisti che vengono a vedere l’Opera, ma abbiamo solo il mio piccolo teatrino nel centro storico di Palermo. Non è il solito lamento di un artista incompreso: facciamo spettacoli in tutto il mondo ma è mio dovere pensare al futuro di quest’arte. E, invece, sembra che proprio in Sicilia si tenda a sperperare questo patrimonio, piuttosto che difenderlo e valorizzarlo”
La mostra al Quirinale è stata inaugurata lo scorso 7 novembre e sarà fruibile sino al 3 dicembre 2017, nella Palazzina Gregoriana; si tratta di una mostra antologica dedicata al teatro delle marionette siciliane, una delle grandi consuetudini folcloristiche del nostro Paese, giunta a noi attraverso l’esperienza delle famiglie d’arte a partire dalla prima metà dell’’800, un viaggio dentro cinquanta anni di vita, spettacoli, pupi e testimonianze: un viaggio che prosegue, continuando a suscitare meraviglia nel mondo attraverso generazioni di spettatori.
La cura della mostra è di Elisabetta Puleo ed è stata illustrata dal maestro Mimmo Cuticchio, il cuntista puparo.