Non esistono usanze, o “particolari” attinenti al Natale, che non abbiano una loro simpatica (e spesso tenera…), “spiegazione”…
Ebbene, curiosando in rete, alla ricerca di favole e leggende legate al periodo natalizio, ne ho trovate altre due, che non conoscevo.
Eccole…
LA LEGGENDA DELLE PALLINE DI NATALE
Un artista di strada molto povero si trovava a Betlemme, nei giorni seguenti alla nascita del Bambino Gesù.
Voleva andare a salutarlo, ma non aveva nemmeno un dono da portargli. Dopo qualche esitazione decise di recarsi alla grotta e di andarlo a trovare ugualmente. Gli venne in mente un’idea: fece quello che gli riusciva meglio, il giocoliere, e fece ridere tanto il piccolo.
Da quel giorno, in ricordo delle risate di Gesù Bambino, si appendono delle palline colorate all’albero di Natale…
LA LEGGENDA DEL VISCHIO
C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L’uomo viveva solo; non si era mai sposato e non aveva nessun amico.
Quella notte, il vecchio mercante si girava e rigirava nel letto, senza poter prendere sonno. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso uno stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui.
Qualche voce si levò:
– Fratello, – gli gridarono – non vieni?
Fratello, a lui? Fratello? Ma il mercante non aveva fratelli. Era un commerciante e per lui non c’erano che clienti: chi comprava e chi vendeva, niente altro…Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti né che cosa facessero.
Ma dove erano diretti?
Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli…Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri.
E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco.
Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era così ricco.Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s’inginocchio come facevano tutti. – Signore, – esclamò – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E cominciò a piangere.Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell’alba quelle lacrime splendevano come perle, in mezzo a due foglioline.
Era nato il vischio…
un’altra finestrella tranquilla. Palline colorate da appendere all’albero e il vischio sotto cui fare il brindisi augurale.
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