…coloro che ne sono consapevoli non lottano tra di loro”, così cita una frase attribuita a Buddha e che io interpreto anche come un’indicazione su come rispondere adeguatamente alle provocazioni.
Sempre Buddha affermava: “Aggrapparsi alla rabbia è come afferrare un carbone ardente con l’intento di gettarlo a qualcun altro; sei sempre e solo tu a rimanere bruciato”.

Un tempo viveva vicino a Tokyo un vecchio samurai che aveva vinto molte battaglie, motivo per il quale era rispettato da tutti. Tuttavia, il suo tempo da combattente si era ormai concluso.
Ciò nonostante, tutta la sua saggezza e la sua esperienza venivano sfruttate dai giovani, dei quali l’anziano era maestro. Circolava, però, una leggenda sul samurai: si diceva che, nonostante fossero passati moltissimi anni, avrebbe potuto battere qualsiasi rivale, per quanto formidabile questi fosse.
Un’estate, un celebre guerriero, noto per la sua brutalità, si presento nella dimora del vecchio samurai. Il suo carattere spavaldo causava malessere ai suoi avversari, che abbassavano la guardia mossi dall’ira e attaccavano alla cieca. L’uomo, dunque, voleva battere il vecchio samurai per essere ricordato da tutti.
Questo guerriero delle arti oscure, tuttavia, non riuscì a provocare l’anziano. Il samurai non sguainò mai la spada, portando il suo nemico a darsi per vinto e a sentirsi umiliato.
Gli alunni del vecchio samurai si sentirono infastiditi da quella che considerarono codardia da parte del loro maestro. Lo rimproverarono aizzandolo a sguainare la spada, ma questi rispose che quando qualcuno ti offre qualcosa in dono e tu non lo accetti, continua ad appartenergli; l’ira, la rabbia e gli insulti, se non vengono accettati, appartengono a chi li pronuncia.
Non è un caso che un samurai sia protagonista di questa storia, infatti i samurai sin dalla tenera età venivano addestrati al rispetto del codice bushido di cui abbiamo già parlato in questo articolo.
A proposito di samurai, mi piace ricordare qui Miyamoto Musashi, famoso guerriero samurai, vissuto durante l’epoca feudale giapponese, che scrisse Il libro dei cinque anelli e che, due settimane prima di morire, stilò una lista di regole della vita.
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Evita di dare spazio ai rimorsi
- Di’ addio alle lamentele e al rancore
- Accettazione
- Impara a liberarti del desiderio
- Pensa poco a te stesso e molto di più agli altri
- Non seguire ciecamente le convinzioni altrui
- L’amore non deve essere contaminato dall’attaccamento
- Metti da parte le cose che non ti servono
- Conserva sempre il tuo onore
e soprattutto
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Non avere paura della morte, paura che si vince vivendo intensamente ogni attimo della vita.
Forse varrebbe veramente la pena di non concentrarsi sempre e solo sulle apparenza, ma soprattutto sull’essenza della vita.
Bella quella del samurai! E mitico Musashi. È anche vero che lui non combatteva, lui “risolveva”… qualunque cosa intendesse XD
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