… che apre e chiude gli abiti.
“Ogni bottone aperto è un segreto svelato,
un grado di intimità raggiunta.
Ogni bottone chiuso è una dura barriera;
un ostacolo insormontabile.”
I bottoni mi affascinano, ne sono attratta e mi piace collezionarli, ma… cosa ci racconta la storia riguardo ad essi?
Seppur esistano tracce sin nella preistoria di piccoli dischi simili ai bottoni, possiamo affermare che essi, così come li intendiamo noi, cioè con l’utilità di chiudere abiti, “nacquero” nel Medioevo ed in occidente giunsero dall’oriente grazie ai crociati.
A quel tempo il bottone più utilizzato era il maspillo, di forma sferica e con un piccolo occhiello nella parte posteriore che serviva a fissarlo sulle vesti.
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I francesi, che in fatto di mode vedono alquanto lontano, capirono da subito le potenzialità di questo oggetto e fu così che nel 1250 fondarono la prima corporazione del bottone.
Dopo la scoperta dell’America ed il conseguente traffico di oro e pietre preziose, i bottoni vennero fabbricati nelle forme e con lavorazioni sempre più complesse, tanto da apparire come dei veri e propri gioielli. Nel Rinascimento se ne fece largo uso e questi minuscoli oggetti li troviamo un po’ ovunque: dai corpetti alla gonne, dai cappelli ai fazzoletti.
Enrico III re di Francia, per manifestare il suo dolore per la morte dell’amata, si fece fabbricare un bottone in argento a forma di teschio da indossare ai funerali.
Nel 600, il Re Sole fu un vero e proprio appassionato di bottoni e questo regalò ad essi una grande importanza; ne troviamo in quel periodi di ogni tipo e foggia: dipinti, ricamati e di svariati materiali, alcuni preziosissimi.
Al termine del periodo denominato rococò, cioè quando l’abbigliamento tornò ad essere più semplice, si sviluppò la realizzazione di bottoni dipinti a mano, con rappresentati diversi temi.
Con la Rivoluzione Industriale la produzione dei bottoni poté essere fatta decisamente con costi più bassi ed in Inghilterra si diede inizio ad una grossa fabbricazione, troviamo bottoni dorati, di vetro, in avorio vegetale, ma anche in materiali sintetici; questo ovviamente segnò la perdita di qualità di questo minuscolo oggetto che, come diceva G. Veziano: “E’ il confine immaginario e fisico tra il mondo esteriore e quello interiore”.
Tanto e tanto ancora ci sarebbe da raccontare su questi misteriosi piccoli oggetti, ma per ora ci fermiamo qui, con la promessa di conoscerli sempre meglio strada facendo.
Allora non sono l’unica ad amare i bottoni! Pensa che anch’io ho dedicato un post nel mio blog ai bottoni 😄
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Letto. Io li adoro.
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Anch’io ne vado pazza!😄😄
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