Talvolta, incaponirsi per venire a capo di una situazione finisce per garantirci il risultato opposto: ingarbugliare ulteriormente la faccenda…
Allo stesso modo, ostinarsi nel voler afferrare la “comprensione” della “verità” equivale all’atteggiamento di chi, volendo cogliere anzitempo un frutto (non ancora “pronto”), ben nascosto in alto, tra i rami di un albero, iniziasse a sistemare una pietra sull’altra, nell’illusione di avvicinarsi all’obiettivo, ma rendendo, in realtà, ad ogni aggiunta di un nuovo “gradino”, più incerto e malfermo l’appoggio, finendo per precipitare rovinosamente a terra…
Ciò che “deve accadere”, insegna lo Zen, accadrà inevitabilmente, secondo “regole” sulle quali è stupido indagare e sulle quali nessuno può intervenire…
Un’attesa “vigile”, mantenendo lo spirito e la mente sereni, ma non “passivi”, nell’affrontare la semplice quotidianità della vita: probabilmente è questo il segreto per raggiungere l’ “illuminazione”…
“Segreto” che affiora, in qualche modo, nelle due brevi parabole Zen di oggi…
Lo Zen e la vita di tutti i giorni
Un monaco domandò al maestro Nan-ch’uan:
“Che cos’è lo Zen?”
“È la vita di tutti i giorni.”
“E come ci si avvicina a esso?”
“Più cerchi di avvicinarti, più te ne allontani.”
Lo Zen e la consapevolezza quotidiana
“Che cos’è lo Zen?” fu chiesto a un maestro.
E lui rispose: “Si mangia quando si ha fame, si beve quando si ha sete, ci si copre quando fa freddo e ci si sventola quando fa caldo”.
lo Zen è tutto ciò che ci circonda!
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…centro!!
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