Se vogliamo vivere una vita davvero “intensa”, “profonda”, il più che sia possibile immune da logoranti rimorsi, o sensi di colpa, che si nascondono spesso dietro quei vaghi “…se avessi fatto qualcosa in più…”, dobbiamo spenderci al meglio di noi stessi e delle nostre possibilità.
Sempre, ben inteso, con un occhio fermo sui nostri (si spera, sparuti), limiti, con i quali, ovviamente, è necessario imparare a convivere, in ogni caso.
Al bando, quindi, i “chissà”, i “forse”, i “però”, i “proviamoci”…: in ogni circostanza adoperiamoci affinché, in coscienza, non debba mai tornare a pungolarci il dubbio di esserci “risparmiati”…
Solo in questo modo, nell’affrontare qualunque situazione della vita, sapremo accettare, con tutta serenità, qualsiasi risultato. Anche se non pienamente soddisfacente, o in linea con le nostre iniziali aspettative…
In altre parole, non fossilizziamoci sul cercare di “indagare” quanto, gli altri, si siano impegnati nei nostri confronti, ma siamo noi i primi a dare sempre il meglio.
Tutto questo ( e molto di più…), è quanto ci insegna la deliziosa “perla” Zen di oggi.
Illuminazione in un mercato
Banzan, prima di diventare un grande maestro Zen, trascorse molti anni alla ricerca dell’illuminazione, ma gli sfuggiva. Poi un giorno, mentre passeggiava al mercato, udì per caso una conversazione tra un macellaio e un suo cliente:
– Mi dia il pezzo di carne migliore che ha -, disse il cliente. E il macellaio rispose:
– Ogni pezzo di carne che ho è il migliore. Non vi è pezzo di carne che non sia il migliore!
Udendo questo, Banzan raggiunse l’illuminazione.
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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