Può capitare che i ritmi forsennati delle nostre giornate (che – ci avete fatto caso? – sembrano “durare” sempre… meno), finiscano per travolgerci, facendoci perdere di vista quell’orizzonte sicuro che è il nostro benessere, verso il quale, in realtà, dovremmo sempre “puntare”.
Ma lo sappiamo tutti: quando siamo in ballo (con il lavoro, ad esempio), mollare la presa, per tirare un po’ il fiato, può risultare arduo, se non addirittura impossibile.
Ecco, allora (e non è lo spot dell’ultimo “integratore” miracoloso…), che la stanchezza si accumula, e pian piano finiamo per perdere in efficienza ed entusiasmo…
Teniamo, quindi, sempre aperta una via di fuga che, all’occorrenza, ci consenta di “staccare la spina”, per fare il pieno di una ritrovata, sana “voglia di fare”!
Credo sia proprio questo il messaggio della parabola Zen di quest’oggi.
L’arco teso
Una volta un imperatore cinese si recò da un grande Maestro Zen. Il Maestro Zen si stava rotolando per terra e rideva, anche i suoi discepoli ridevano: doveva aver raccontato una barzelletta. L’imperatore si trovò in imbarazzo. Non riusciva a credere ai suoi occhi, a capire perché si comportassero in modo così poco educato.
Non poté non dire qualcosa, rimproverò il Maestro: “Questo comportamento è increscioso! Non ce lo si aspetta da un uomo come voi, ci vuole un po’ di decoro: vi state rotolando per terra ridendo come un matto?”.
Il Maestro guardò l’imperatore, che portava un arco. All’epoca gli imperatori erano guerrieri, e avevano con sé archi e frecce. Il Maestro chiese: “Ditemi una cosa, Maestà. Tenete sempre teso il vostro arco, o qualche volta lo allentate?”.
L’imperatore rispose: “Se lo tenessi sempre teso perderebbe elasticità e non servirebbe a nulla. Bisogna lasciarlo allentato, in modo che sia flessibile quando occorre”.
E il Maestro allora concluse: “È quello che sto facendo”.
Che bel post!!!
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