“Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza. Puoi volare molto in alto.”
Ayrton Senna
Ci sono almeno due atteggiamenti da assumere, di fronte ai nostri limiti (quanti e quali siano, poco importa…).
Il primo (forse quello più impegnativo, ma certamente anche il più gratificante), consiste nel saperli accettare, dopo averli individuati, prendendone serena (ma non arrendevole…), coscienza, per poi “lavorarci sopra”, nel tentativo di contenerne i… danni.
E’, questo, un atteggiamento “positivo”, “fattivo”, che riesce a spingere i propri benefici, fino a trasformare un limite in una sorta di sfida con se stessi, in un vero e proprio stimolo al miglioramento, facendo leva sulla forza di volontà, sulla caparbietà e, perché no, sui pochi consigli delle persone a noi più care…
Centrare l’obiettivo risulterà quantomai appagante!
L’altro atteggiamento (forse – ahimè – più largamente diffuso), consiste nell’instaurare, con i nostri “punti deboli”, una comoda convivenza, tollerandone passivamente la presenza (come faremmo con un fastidioso “parassita”); vivacchiando, giorno dopo giorno, immersi in una untuosa “tregua totale”, senza nemmeno abbozzare un “miglioramento”. Puntando, come miglior risultato, non all’eliminazione (ove possibile), di un nostro limite, bensì al suo “camuffamento”.
Gli individui che si lasciano tentare da questo tipo di condotta sono, solitamente, personaggi votati all’ “apparire”, al “sembrare”, piuttosto che all’”essere” (l’annoso duello tra “forma” e “sostanza”…), fatalmente convinti che, per avere successo, sia sufficiente “ingannare” se stessi, per poter ingannare, a ruota, anche il prossimo.
Dimenticando, però, che la menzogna, oltre a non poter vantare le gambe “chilometriche” di Naomi Campbell, calza anche una “maschera” di cera: quando l’atmosfera si farà “rovente”, chiunque vi si affidi sarà costretto, suo malgrado, a rivelare il suo “vero” volto…
Senza trucco e senza inganno, questa volta…
È dura lavorare sui propri limiti, ci vuole coraggio, ma quelli su noi stessi sono i traguardi che regalano più soddisfazione 🙂
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Vero…: ci vuole coraggio. E tanta umiltà.
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Sto leggendo il tuo blog..non so neppure come ci sono finito…ma è stato l’errore migliore dell’ ultimo 20ennio….leggerò tutto quello che potrò perché esiste una consistente armonia, una scia magica tra le tue parole. Bravissima
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Grazie per il tuo apprezzamento, tengo a segnalarti che il blog lo gestisco insieme a Roberto Pellegrini, ottimo ‘compagno di viaggio’ in tutti i sensi. Torna a trovarci.
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Complimenti ad entrambi allora…bravissimi
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I complimenti sinceri fanno sempre molto piacere. Grazie.
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