La vita è imprevedibile: una vorticosa alternanza di maree, di pesanti salite e velocissime discese, di lunghi silenzi da dimenticare e rare parole da ricordare, di pianti sul cuscino e fragorose risate in compagnia, di gioie luminose da condividere con chi amiamo e momenti di dolore da affrontare da soli… per ritrovarci, magari, in un inatteso abbraccio, in cui non speravamo più. Che non avremmo mai nemmeno cercato…
Sì: la vita, questa nostra splendida vita è imprevedibile. Ed è questo che ci affascina, e al contempo, a pensarci, ci spaventa un po’. Come tutti i “misteri” che si rispettino.
Eppure dobbiamo abbandonarci nel “mare” profondo dei nostri giorni, di cui non ci è dato conoscere il limite dell’ ”orizzonte”, con un sereno coraggio; lasciandoci trasportare dalle sue “onde”, che sono le emozioni…: le nostre, come quelle di chi amiamo…; come quelle che ci “arrivano dentro” attraverso la pelle, come la carezza della pioggia improvvisa d’estate.
Perché sono le emozioni, che ci portano lontano… Perché è per questo che ci sono state donate: per “guidarci”, assecondando il vento dell’ottimismo; andandolo anche a “cercare”, quando non c’è, laddove “nasce” il vento…: nel profondo del nostro cuore.
Ma ottimismo, beninteso, non può e non deve voler significare “incoscienza”, o banale “superficialità”, tipica di chi “brutalizza” la propria esistenza, gettandola in pasto al “nulla”…
Il vero ottimista, quello “saggio”, coi piedi per terra, conosce bene il confine tra “crederci” ed “illudersi”; sa ben distinguere il profumo delle “acque calme”, dal fetore delle “acque stagnanti”… Ed è sempre una differenza determinante, di quelle che decidono la rotta, in navigazione…; come un “punto nave” ben calcolato col sestante ed uno “buttato lì”, in qualche maniera…
Dobbiamo sempre valutare con lucidità le situazioni che viviamo, tutte, considerando e riconoscendo quando sussiste davvero un “problema”, un intoppo, ai nostri progetti… Eventualmente avviando le procedure per un piano “B”, ed evitando l’atteggiamento proprio dell’illuso, che, pur di non abbandonare il “salvagente” della propria, comoda, illusione, rifiuta di accettare la realtà, mettendosi nei pasticci (coinvolgendo, spesso, altre persone…), per perdersi nelle sabbie mobili di un progetto oramai fasullo, inutile, fatale.
Sono molti, infatti, (più di quanti non si creda, probabilmente), gli individui vittime della “sindrome dello struzzo”, che, per “risolvere” un problema, evitano di affrontarlo, limitandosi, semplicemente, a non considerarlo… Scatenando un devastante effetto domino, di cui nessuno può prevedere le reali conseguenze, soprattutto nell’intimo delle nostre convinzioni…