Qualche giorno fa vi avevo promesso nel post dedicato a Vigevano che vi avrei parlato del Museo Internazionale della Calzatura, intitolato a Pietro Bertolini e che ha sede proprio in questa città.
Il MIC è la prima istituzione pubblica in Italia dedicata alla storia ed all’evoluzione della scarpa. La sua mission è quella di esprimere, attraverso la narrazione del prodotto, la storia, l’economia di Vigevano e l’evoluzione internazionale della scarpa.
La tradizione calzaturiera vigevanese risale ad uno Statuto del 1392. Nel 1866 nacque a Vigevano il primo calzaturificio a livello industriale, la prima fabbrica di macchine per calzature nel 1901 e le prime scarpe da tennis realizzate in gomma negli anni ’20.
La fama internazionale di capitale della calzatura risale tuttavia agli anni ’50/’60 quando le paia prodotte annualmente erano oltre 21 milioni. E’ contestuale a quell’epoca la nascita del Museo, poi riorganizzato nell’ottobre del 2016 con un criterio moderno e dinamico, che consente diverse chiavi di lettura.
Un percorso cronologico, con pezzi di raro valore storico, come la pianella datata 1495, periodo della corte ducale di Beatrice d’Este. Romantiche scarpette in raso del tardo settecento veneziano e preziose realizzazioni degli anni ’20. La sezione storica continua con un tributo alle calzature degli anni ’50/’60, rappresentate dai primi esemplari con tacco a spillo di produzione vigevanese.
Nella sezione Stile e Design sono rappresentati i più celebri disegnatori della moda e della calzatura italiana ed internazionale: Manolo Blahnik, Louboutin, Jimmy Choo, Dior, Armani, Roger Vivier, Cesare Paciotti, Alexander McQueen, Andrea Pfister, Armando Pollini.
Nella sezione etnica, detta Camera delle Meraviglie, troviamo modelli provenienti da tutti i continenti ed in pochi metri si può avere una panoramica sulle tradizioni di tutto il mondo.
Un’intera galleria è dedicata alle calzature con i tacchi spillo, esposizione in ordine cronologico: si parte dai modelli realizzati negli anno ’50 per arrivare alle creazioni dei più grandi marchi italiani ed internazionali di oggi.
Infine, ma non per importanza, la Stanza della Duchessa, una piccola sala che si anima di immagini e racconti che ruotano intorno alla storica pianella che la leggenda attribuisce a Beatrice D’Este simbolo del Museo stesso.
Non vi resta che indossare un comodo paio di scarpe ed andare in visita al Museo, che tra l’altro è gratuito.
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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