Un caro amico (che non vedo da diverso tempo), mi telefona, dopo cena:
– Hai tempo per una chiacchierata? -, mi chiede con una voce tesa.
– Certo, perché no! – rispondo , un po’ in allarme.
Venti minuti dopo, passa a prendermi in auto; salgo e abbozzo un sorriso; lui capisce il mio disagio e si destreggia in una spiegazione:
– Scusa se ti ho disturbato – dice – Ma avevo bisogno di “sfogarmi” con un vero amico…! –
La pacata penombra dell’abitacolo dell’auto, col sottofondo di Miles Davis, nasconde il mio imbarazzo, mentre inizio a sentirmi un po’ l’improbabile “analista” della porta accanto… Ruolo che, francamente, non mi riconosco.
Pazienza.
Dopo qualche battuta, inquadro subito la situazione. Il “problema” è un matrimonio che non funziona più; che forse, anzi, non ha mai funzionato…
La vera crisi, apprendo, è scoppiata con l’impossibilità accertata di avere figli. Da allora è stato un lento, ma inesorabile, tracollo del rapporto: interminabili silenzi, mugugni, lunghe serate trascorse a condividere una pesante solitudine…
La separazione? Chissà… Ma c’è il mutuo della casa, anni di comode abitudini, i parenti, gli amici: le solite, care apparenze, insomma.
Ora, praticamente vivono quasi da estranei (ognuno con una propria “privacy”…), sotto lo stesso tetto: due vite parallele, che non si incontrano più… Forse si osservano da lontano.
Nella cerchia dei conoscenti e dei colleghi, qualcuno, forse, ha capito qualcosa. Ma poi, alla fine, tutti si fanno gli affari propri; si sa: le gente è pettegola…
Mi rendo conto di essere “testimone” di un dramma “segreto”, probabilmente comune a tante (“ex”) coppie, non solo italiane: mantenere intatta la “facciata” di un matrimonio, con opportuni ritocchi, qua e là, mentre le fondamenta di un legame vanno in pezzi ed i muri portanti marciscono…
Ed è sempre triste quando ci si dimentica che il matrimonio, prima ancora di essere un “Negozio Giuridico”, dovrebbe essere un rapporto tra due persone… Possibilmente innamorate.
“Vi dichiaro uniti in matrimonio!”: leggere attentamente le condizioni d’uso, prima della sottoscrizione…
che poi, secondo me l’impossibilità di avere figli non è un motivo scatenante per una crisi, ci si unisce per motivi che vanno oltre la procreazione…fondamentalmente quella è una scusa dietro cui nascondere altre motivazioni
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…può essere, sì.
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Oggigiorno le copie che restano tali, son sempre meno.
Non è facile.
No.
Irrorare quotidianamente. Estirpare le erbacce. Togliere le foglie secche.
Con costanza.
Attutendo i temporali, con la forza dell’amore.
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Penso sia la “ricetta” giusta…
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Forse…lo spero…
Le dosi vanno spesse, cambiate!
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Lo trovo assurdo, specie se ci sono figli di mezzo costretti a vivere in un ambiente di perenne tensione… vuol dire essere incapaci di assumersi la responsabilità di ciò che è cambiato… credo anche che la sterilità di uno dei due non possa essere un “motivo scatenante”, quanto più l’incapacità di formare una famiglia nonostante tutto
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Se un legame è saldo e sano in partenza, resiste anche alle “tempeste” più violente, affronta ogni difficoltà.
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Esatto 🙂
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Domanda: “È necessario sposarsi per avere figli?” Ergo: “Ci si sposa per avere figli?”.
BUONGIORNO.
Quarc
P.S.: Chiedo scusa per l’intrusione.
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Risposta: “Evidentemente no!” Ergo: “Ognuno si sposi pure per i motivi che crede, in piena libertà, tra i quali, perché no, anche quello di avere figli!”
SALUTI
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