Possiamo “giocare” con le parole, oppure prenderle dannatamente sul serio…
Alle parole affidiamo sia i nostri pensieri più sereni, più “leggeri”, sia quelli più impegnativi, o perfino drammatici.
Tutti noi (e specialmente chi, con le parole, ci… “campa”), “costruiamo” emozioni, servendoci, appunto, delle parole; esattamente come farebbe un buon “carpentiere” nel suo “cantiere”…
Poche parole, sapientemente combinate, sono già in grado di suscitare intense sensazioni, riuscendo (come, del resto, è nel loro “ruolo”), a toccare le più segrete e sensibili ”corde” della nostra anima.
Prerogativa, quest’ultima, notoriamente ascrivibile all’Arte in genere, non soltanto alla Letteratura, cui, però, forse, dovremmo riconoscere il primato dell’ “immediatezza”: con due parole, si può centrare l’ “obiettivo” di creare un’emozione (penso al binomio universale: “ti amo!”, solo per fare un esempio).
“Non esiste una magia come quella delle parole.”
Anatole France
E non si dica mai: “non ci sono parole per…”, perché scivoleremmo in un banale errore, o, meglio, peccheremmo di inopportuna superficialità…
Le parole “ci sono” sempre: sono lì, in attesa, sull’orlo timido del cuore, in equilibrio…
Non aspettano altro che d’esser prese per mano ed adagiate… su un foglio bianco!
“Le parole sono la più potente droga creata dall’uomo.”
R. Kipling
Con le parole possiamo anche giocare dannatamente sul serio.
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E perché no….?
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Ne uccide più la penna che la spada.
Voce dal sen fuggita, più richiamar non vale….(Metastasio)
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