Probabilmente c’è un limite, oltrepassato il quale una confortante speranza sconfina nell’illusione, trasformandosi, via via, in una sorta di “ragnatela”, tra le cui spire finisce per terminare il “volo” delle nostre più audaci aspettative.

Affidare la “salute” della nostra felicità all’incognita (sia pur piacevole), di una “ostinata” speranza è sempre un azzardo; ma è anche (e non sembri una contraddizione…), così teneramente umano, così intimamente necessario, come abbiamo avuto modo di ribadire più volte…

Abbiamo bisogno di “sperare”, per navigare il mare inquieto della realtà… Ma, come tutti sappiamo, l’”andar per mare” esige prudenza…
“Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu segui la speranza.”
Seneca
Coltivando una speranza nel cuore, però, talvolta possono giungerci “segnali” che potrebbero indurci a ritenere fallace la nostra “attesa”… Segnali che, spesso, preferiamo ignorare.

Ed è proprio in quel frangente, che si decide, con il nostro atteggiamento, che cosa ne sarà della nostra “speranza”.
Snobbare quei segnali significherebbe scegliere la “politica dello struzzo”, incaponendosi in uno sterile “attendismo”, che non porterà a nulla; inquadrarne, invece, con fredda determinazione, il messaggio, può fare la differenza, tra l’imboccare un “binario morto” ed innescare un’opportuna “retro marcia”… per cambiare rotta.
Solo così potremo tornare a “sperare”, guardando serenamente negli occhi la “fresca” delusione, per farne una preziosa lezione di vita.

L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.
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Questo argomento mi tocca tanto in questo periodo anche perché il confine tra speranza e perseveranza è labile
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Vero…: la Speranza è un grande dono, perché ci aiuta a guardare con un sorriso in più al nostro domani. Un saluto a te.
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