… come lo chiamavano i Romani: “Regina delle Alpi”.
Il pino cembro, detto anche cirmolo, cresce nelle zone alpine a partire dai 1200 metri di altitudine e si estende sino ad oltre 2000 metri. È un albero molto longevo, sempreverde e che raggiunge anche i 25 metri di altezza. I suoi semi si diffondo non con l’aiuto del vento, ma per il lavoro della Nocciolaia che a fine estate estrae i semi dai coni e li nasconde per fare scorte alimentari, purtroppo (o per fortuna) spesso dimentica il nascondiglio ed i semi possono con il passare del tempo germogliare.

Gli abitanti del Sudtirolo, ma anche le altre genti che vivono in montagna, conoscono da tempo i benefici di questo albero e lo usano per arredi, sculture, giocattoli, in gastronomia, in cosmesi e… per dormire, da qui il nome “Albero del sonno”.

Il cirmolo, che contiene vitamina C, resina, trementina, pinosilvina … possiede proprietà altamente rilassanti, confermati anche da studi scientifici, allevia dolori muscolari ed il suo profumo decongestiona le vie respiratorie; tutto ciò era già conosciuto agli antichi Romani che lo sfruttavano a livello terapeutico.
Oggi siamo in grado di affermare, dopo svariate ricerche scientifiche, che il pino cembro favorisce il sonno, rilassa (è in grado infatti di rallentare il battito cardiaco), allevia i dolori muscolari, possiede effetto balsamico, protegge dai parassiti e aiuta l’intestino.
Una buona abitudine è quella di riposare con un cuscino di trucioli di legno di cirmolo che essendo particolarmente rilassante aiuta a rigenerarsi appieno, come suggerito dall’istituto di ricerca austriaco Joanneum Research di Graz, oltre ad avere un profumo piacevolissimo e balsamico.
Provare per credere.
Il cembro è il santo fra gli alberi: perché ha le qualità elencate nell’articolo, ma soprattutto perché riesce a crescere anche in un fazzoletto di terra, in una zolla solitaria formatasi fra le rocce, dove nessun’altra pianta d’alto fusto potrebbe svilupparsi. E’ dunque un simbolo della forza della natura e della tenacia delle genti che vivono ai piedi delle montagne. Vedere un cembro, sentirne il profumo, sfiorarne gli aghi a ciuffi con i palmi delle mani, riposare nel fresco della sua ombra: sono tutte cose che aprono il cuore e danno un senso alla fatica di una camminata in montagna.
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