Nei pressi di un piccolo villaggio, viveva un giovane monaco eremita, la cui fama si andava diffondendo in tutto il paese. La gente, infatti, si recava da lui per correggere i propri difetti, dopo averne ammesso il numero, consegnando al monaco una bisaccia contenente tante pietre per quante fossero le lacune da eliminare, attraverso i suoi consigli.

Il monaco, dopo aver contato le pietre una ad una, ammaestrava il visitatore di turno con discorsi sulle virtù da praticare e poi concludeva:
“Nessuno può avere così tanti difetti da non poterli individuare e risolvere!”
Un giorno passò di lì un maestro Zen il quale decise di mettere alla prova il monaco.
Si recò a fargli visita.
“Salve a te!” lo accolse il monaco “Non hai con te la bisaccia dei tuoi difetti?”

“Ma i miei difetti “, rispose il maestro “Stanno tra due dita!”
“Bene”, riprese il monaco “Se sono così pochi cosa vuoi da me?”
A queste parole, il maestro allungò la sua mano verso quella del monaco e vi posò un pizzico di sabbia, che teneva stretta tra l’indice e il pollice.

“Ecco” , spiego il maestro “Conta i granelli di sabbia che hai sul palmo della tua mano e conoscerai il numero dei miei difetti. Aiutami a correggerli!”
Da quel giorno il monaco divenne il discepolo migliore di quel maestro.

Akihito Ishikawa
CHIAVE DI LETTURA POSSIBILE:
La vera virtù non si insegna.
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.
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