Secondo appuntamento con il nostro angolino del ripasso: panoramica a “briglia sciolta” sulle particolarità della Lingua Italiana, di cui può capitare di dimenticarci…
Primo caso
Quando è usato come particella affermativa, va sempre accentato: sì. In tutti gli altri casi lo useremo senza accento: si.
Esempio: Sì, ti chiamo con wattsapp! / Si stanno preparando.
La grafia si’ con l’apostrofo è invece sempre scorretta, e non va mai usata, tranne che nella forma antica della seconda persona singolare del congiuntivo esortativo del verbo essere sii con troncamento, forma (sii) che a sua volta in determinati contesti viene ancora usata per sostituire la seconda persona singolare dell’imperativo del verbo essere:
Esempio: La seconda enciclica di Papa Francesco si intitola Laudato si’.
Secondo caso
Il congiuntivo imperfetto dei verbi dare e stare, può suscitare qualche dubbio.
In ogni caso, bando alle incertezze: le forme corrette per la terza persona singolare del loro congiuntivo imperfetto sono:
Che egli stesse (e NON stasse),
Che egli desse (e NON dasse)
Terzo caso
Sempre e soltanto senza accento: fa, per la terza persona singolare dell’indicativo presente; con l’apostrofo: fa’, per l’imperativo.
Esempio: Oggi fa molto caldo! / Fa’ quanto ti hanno chiesto!

…INTERVALLO!
a cura di Roberto Pellegrini