Credo che l’Arte, nel corso dell'”indecifrabile” Storia del Uomo, abbia emesso il suo primo vagito, nelle sue “vesti” figurative.
L’uomo, cioè, inventò (o, forse, scoprì…), l’Arte, quando impresse, sulle nude pareti di una spelonca, il suo primo scarabocchio.

Scarabocchio che aveva un immenso valore, ma soprattutto un profondo significato: l’uomo prendeva in quell’istante coscienza di sé, in quanto interprete della realtà in cui era chiamato a vivere la propria esistenza, divenendo, quindi, “filtro” e portavoce del proprio modo di cogliere la vita.

In altri termini, l’Arte non nacque semplicemente per raccontare il mondo, bensì per raccontare se stessi attraverso il nostro modo di “sentire” il mondo.
Anche per questo, l’Arte resta, innanzi tutto, un istinto del tutto naturale e genetico della nostra anima, reso tangibile grazie alle peculiari attitudini, potremmo dire, dei nostri sensi, “creatori” di tutti i nostri pensieri.

Ecco dunque spiegate le Arti figurative, quelle delle Lettere, quelle dell’Ascolto…: differenti “dardi”, carichi di emozioni, scagliati da uno stesso “Arco”, verso uno stesso ed unico obiettivo: la conoscenza di sé.