La Verità non può essere “interpretata; non può (né sa), “adattarsi” alle circostanze, perché essa stessa le genera; la Verità ha un suo ruolo e una posizione ben precisi.
Che piaccia o no, va presa così come si pone, dal momento che ad essa non compete, né interessa, qualsiasi concetto di “compiacimento”, che potrebbe derivare dall’essere “accettata”.
La Verità è “forma e sostanza” di sé; esprime ciò che significa in una contemporaneità assoluta e inconfutabile. Per questo, tentare di “modificarne” i contorni, o cimentarsi nell’impresa di alterarne, in qualche modo, i contenuti, significa addentrarsi nei deserti sterili della menzogna.

“La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici.”
Epittéto
Del resto, come risulta evidente, il rapporto tra Verità e menzogna è lo stesso che sussiste tra “essere” e “apparire”, cioè tra “natura” dell’esistenza e inutile tentativo di alterarne le “regole”.
“Niente è più visibile di ciò che è nascosto.”
Confucio