L’Arte è rappresentazione del “bello”: questo si dice. Ammesso di considerare vera questa affermazione, la questione si sposta sulla definizione e nella eventuale individuazione del “bello” rappresentato e/o rappresentabile.
Innanzitutto è evidente che, in funzione della multiforme struttura dell’Arte stessa, che si apre su diversi scenari (musica, letteratura, scultura, ecc.), non si possa relegare il concetto di “bello” come esclusivo “allegato” dell’esperienza artistica collegata alla percezione visiva: può sembrarmi “bello” un quadro, naturalmente, ma lo stesso può tranquillamente accadere per una sinfonia…

Questo può voler significare che l’esperienza e la ricerca estetica nell’Arte vada, in realtà, circoscritta non tanto a qualcosa che si vede, o si ascolta, bensì a un insieme di “sensazioni” che l’opera d’Arte suscita in chi ne fruisca.

Arte come esperienza sensoriale/emozionale, quindi: non è “bello” ciò che si vede o si ascolta, ma ciò che “io percepisco”, in virtù di questo “contatto”.
Attraverso l’opera d’arte (elemento tangibile), quindi, si matura e si realizza il “bello” (elemento emozionale); elementi che, in realtà, restano indivisibili nella sfera inconscia del “fruitore” del messaggio dell’Arte.
Interessante e nulla da eccepire. Un’ottima analisi/sintesi
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Grazie.
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