Scendere a compromessi: sì, o no?
Nella vita di ciascuno di noi può succedere che il ventaglio delle scelte possibili non si limiti al “bianco”, o al “nero”, ma arrivi a spingersi più in là, proponendoci una terza via: il “grigio”; quella del compromesso, appunto.

“Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun’altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi.”
Arthur Schopenhauer
Ora, tutto sta a capire come si intenda considerare questa ambigua alternativa: come un chiaro segno di debolezza e mancanza di carattere, oppure come “virtuosismo” di una spiccata scaltrezza, e prerogativa di una camaleontica diplomazia.

In effetti decidere per il “bianco”, piuttosto che per il “nero”, il più delle volte comporta drastiche riduzioni degli “orizzonti” navigabili, senza possibilità di “ritorno”; laddove, invece, un accomodante “grigio” finirebbe per salvare “capra e cavoli”…

Quale sia l’atteggiamento più “giusto” è fin troppo arduo da sentenziare.
Certamente, nella vita c’è chi si “accontenta”, evitando di assumere posizioni “nette” e chi, al contrario, punta dritto alla meta, senza perdere mai di vista lo scopo finale: il successo, il conseguimento di un obiettivo. Magari ambizioso…

Nel fermo convincimento che per mantenere in piena salute l’albero della nostra vita, sia sempre opportuno liberarsi dei “rami secchi”…
tutta la vita non è altro che un compromesso
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Sono una persona “o bianco o nero!”.
E ne ho sempre pagato le conseguenze…
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