L’indignazione di Conte, per la brutale esecuzione di Willy, a Colleferro, ad opera di quattro scellerati, due dei quali fratelli, esperti di arti marziali estreme, è l’indignazione di tutti noi. È l’indignazione di una Nazione.
Morire a vent’anni è già crudele di per sé: uno smacco, un rude sgambetto tesoci dal destino. Ma morire così, come è morto Willy, è follemente assurdo.

Non è un buon momento per l’Italia “che indaga” (l’ultimo riscontro: i resti di una povera donna scambiati per quelli di un cane…), per questo ci auguriamo tutti che i mascalzoni che hanno giustiziato Willy siano puniti con tutta la severità possibile, senza se e senza ma. Perché di se e di ma, stavolta, proprio non ce ne sono. E non ce ne devono essere…
Non possono sussistere, per chi ha agito come quei quattro killer, anche soltanto le ipotesi di attenuanti o giustificazioni di qualche tipo. Può esistere solo la certezza di un gesto disumano e la viva speranza di un consapevole pentimento, che possa maturare in coscienze che, francamente, non hanno ancora dato cenni di sé… Fino ad ora.