Pensare ad una vita priva e del tutto svincolata dall’idea del Tempo ci mette i brividi, ci appare impossibile. Di più: folle. E, forse, impossibile e folle lo è davvero.

La nostra esistenza, ma, procedendo con criterio induttivo, l’esistenza in senso lato, ha “bisogno” del concetto di Tempo, nelle sue tre accezioni fondamentali: Passato, Presente e Futuro, per avere riconosciuta (e, soprattutto, riconoscibile), una possibilità di sviluppo.
Se negassimo (vale a dire: se non riconoscessimo), anche una sola delle tre espressioni temporali, appena citate, negheremmo, per ovvia conseguenza, oltre che il Tempo stesso anche tutto ciò che ad esso si riferisce, “esistenza” inclusa, innanzitutto.

Non può considerarsi il Passato, se non in rapporto con il Presente; così come non è possibile farlo, riferendosi al Futuro: Passato e Futuro, vale a dire, costituiscono i due poli opposti tenuti in costante collegamento dal Presente dal quale, in definitiva, si “generano” e dal quale “dipendono”. E senza il quale, va da sé, non avrebbero alcun senso.

Passato e Futuro non esistono se non in subordinazione al Presente; così come non si potrebbe parlare di “esistenza” indicando una serie di eventi privi di un Passato, o di un Futuro (potenziale).

“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando“
Albert Einstein
già, stiamo vivendo in una contraddizione temporale: da una parte ci troviamo in un tempo fermo, sospeso, ieri identico a oggi e uguale a domani, dall’altra quello stesso tempo, inteso come invecchiamento delle cose e delle persone, scorre inesorabile davanti a noi impotenti.
ml
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Riflessione molto interessante. Grazia.
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