Inizialmente è rimasto quasi completamente all'ocuro dei fermenti artistici che stavano movimentando il panorama estero, Parigi specialmente.
I suoi referente stilistici, prima del suo secondo soggiorno parigino nel biennio 1886-1888 furono la Scuola dell'Aja, Barbizon, Millet e Delacroix. Il romantico Delacroix può essere incluso in una trasizione che inizia con Frans Hals e Rubens, artisti che Can Gogh stimava per la loro maturità stilitica e la sicurezza della loro pennellata. Mentre nella prima metà degli anni 80, considerava gli artisti appena citati come i principali esponenti dell'avanguardia.
L'esplosiva crescita aristica di Van Gogh nei mesi iniziali del suo soggiorno parigino testimoniano tuttavia della durevole impronta lasciatagli dalle opere che ebbe occasione di vedere.Le prime nature morte e i primi autoritrattirappresentano dunque degli studi sui contrasti cromatici, così come li aveva appresi da Seurat e Signac.
Ma VIncent subì anche l'influenza diretta di impressionisti classici come Monet e Pissarro, che ebbe modo di lodare in qualche occassiione. Si potrebbe quasi sostenere che Van Gogh abbia travalicato l'impressionismo per passare dalla pittura fortemente tonale di Aja, direttamente a postimpressionismo. a lui interessava andare oltre l'arte per l'arte. La modernità del linguaggio non era un obiettivo desigderabile in sè e per sè , ma soltanto un mezzo per formulare e trasmettere un messaggioin maniera storicamente adeguata.